Parigi-Tours 2022, Philippe Gilbert non vuole avere “un finale di carriera anonimo”: “Sono andato abbastanza forte nell’ultimo mese, voglio fare qualcosa e divertirmi”

Oltre a Vincenzo Nibali e Alejandro Valverde, anche un altro big del ciclismo concluderà la carriera questo fine settimana: si tratta di Philippe Gilbert, che domenica 9 ottobre appenderà la bici al chiodo al termine della Parigi-Tours 2022. Passato professionista nel 2003, il belga della Lotto Soudal è riuscito a conquistare ben 80 vittorie nelle sue 20 stagioni da pro’, tra le quali spiccano sicuramente il Mondiale del 2012, quattro delle cinque Classiche Monumento (due volte Il Lombardia, un successo ciascuno a Liegi, Fiandre e Roubaix) e le quattro Amstel Gold Race, oltre a vittorie di tappa in tutti e tre i Grandi Giri. Il classe 1982 è riuscito a lasciare il segno in due occasioni anche alla stessa Parigi-Tours, gara alla quale si presenta combattivo e intenzionato a dare tutto per provare a concludere la carriera in bellezza.

Sono andato abbastanza forte nell’ultimo mese – ha dichiarato Gilbert a Cyclingnews – Dopo il Tour de France sono migliorato sempre di più e ho potuto fare un buon lavoro per Arnaud De Lie alla Paris-Bourges di giovedì. Questo è ciò per cui stavo lavorando: non volevo avere un finale di carriera anonimo, contando i giorni alla rovescia. Volevo davvero essere in grado di fare qualcosa e divertirmi”.

Sono stato fortunato, perché ho provato tante cose diverse – ha proseguilo il 40enne parlando della sua carriera – Ho provato le gare fiamminghe, le Ardenne, Il Lombardia, la Parigi-Roubaix… Non ho mai partecipato ai Grandi Giri con ambizioni di classifica perché sapevo di non avere il potenziale per farli bene. Non ho mai commesso l’errore di sacrificare una o due stagioni per una top 10 o 15 in classifica in un GT. Ai miei occhi o sali sul podio, o vinci, o non vai”.

Negli ultimi anni, le difficoltà non sono mancate anche per il belga, che comunque è riuscito a tornare alla vittoria quest’anno, alla Quattro Giorni di Dunkerque: “Nei miei ultimi tre anni non ero più al mio massimo livello. Ho preso il Covid, ho avuto il mio secondo incidente e mi sono infortunato al ginocchio, non sono stati tre anni facili. Ci sono stati molti problemi. Ma ho sempre fatto del mio meglio e la cosa più importante ora è finire a un buon livello – ha ribadito il classe 1982 – Spero che la gente mi ricordi come un corridore accattivante, qualcuno che ha sempre cercato di dare il meglio di sé”.

Una volta appesa la bici al chiodo, Gilbert non sembra intenzionato a rimanere nel mondo del ciclismo, ad esempio con un ruolo da direttore sportivo: “Non vedo l’ora di vivere una vita diversa con motivazioni e obiettivi diversi. Sarà completamente diverso”, ha concluso il corridore della Lotto Soudal.

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